domenica 10 aprile 2011

Sintomi e Donne

In tema di differenze uomo-donna, il campo cardiologico può riservare delle sorprese. Che il cuore femminile fosse, per alcuni versi, differente da quello maschile, era cosa nota e se ne è parlato anche su queste pagine (per chi mi segue), per esempio nell’articolo dedicato alla sindrome TakoTsubo.
Le differenze, in realtà, non sono solo peculiari di tali sindromi rare, bensì talvolta marcate e riscontrabili molto frequentemente, per esempio a proposito di cardiopatia ischemica. La maggior parte dei medici sa (perché cosi è scritto sui testi) che quando si parla di cardiopatia ischemica (quindi dall’angina all’infarto miocardico) il sintomo principale è il dolore toracico dalle caratteristiche tipiche, oppressione al petto, irradiato al braccio sn, e cosi via.
Queste modalità di presentazione, però, spesso non valgono per le donne, le quali avvertono il dolore da cardiopatia ischemica differentemente. Diversi studi hanno affrontato l’argomento, già ben noto ai cardiologi, grazie ai quali è stato documentato che quasi la metà delle donne che ha avuto un infarto non ha accusato alcun sintomo toracico. Erano invece molto frequenti modalità di presentazione cosiddette atipiche, per esempio fiato corto, stato d’ansia, dolori localizzati solo al dorso o solo alle spalle, etc.
Inoltre, a differenza degli uomini, è descritto che le donne accusino anche sintomi premonitori ben prima del verificarsi dell’infarto, in certi casi anche malesseri un mese prima, dato che per quanto ne sappia non è per nulla frequente nei maschi.
Questi aspetti, associati al diverso comportamento che le alterazioni elettrocardiografiche possono avere nei soggetti di sesso femminile (vedi ridotta sensibilità del test da sforzo, utile per la diagnosi), rendono ragione del maggior numero di mancate diagnosi in pronto soccorso (che riguardano per l’appunto donne) nonché della mortalità per cardiopatia ischemica che, nelle donne, rimane sempre al primo posto, ben più elevata dei tumori di cui tanto si parla.
Che fare? Prendere coscienza di tali aspetti, anzitutto, e nel caso ci si dovesse sentir male, sempre meglio completare la valutazione dal medico di fiducia con un elettrocardiogramma durante la crisi (per esempio in pronto soccorso)