mercoledì 25 aprile 2012

Omocisteina e Iperomocisteinemia: che fare?


È possibile che abbiate letto da qualche parte (o che qualcuno vi abbia messo la pulce nell’orecchio) che elevati livelli di omocisteina nel sangue costituiscano un rischio aggiuntivo di andare incontro a malattie cardiache.
Che cos’è l’iperomocisteinemia? È l’aumento dei livelli dell’omocisteina, dovuta ad deficit di un enzima per cause genetiche o per scarsa assunzione di alcune sostanze, come i folati (contenuti in alcune verdure).
Tale condizione si associa ad un aumento di eventi tromboembolici, specie nel distretto venoso, ma vi può essere anche un incremento del rischio di eventi coronarici, carotidei e del distretto arterioso periferico (quindi da infarto miocardico a trombosi periferiche).
Pertanto, se tanto mi dà tanto, si è pensato che, nel caso di riscontro (che in genere è occasionale, cioè uno fa un prelievo per altri motivi, o a fini preventivi) di elevati valori di omocisteinemia sarebbe bastato assumere grandi quantità di vitamina B6 e di acido folico per ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari. Peccato che questo effetto “protettivo” della supplementazione vitaminica non abbia dato gli effetti sperati, malgrado l’atteso effetto di riduzione dei livelli di omocisteina, e ciò secondo quanto affermato da ben due studi che hanno analizzato la questione, il NORVIT  e il HOPE-2.
Il NORVIT (Norwegian Vitamin Trial) ha randomizzato un totale di 3780 pazienti (che avevano già avuto infarto miocardico) a trattamento con o senza le vitamine in questione: dopo un follow up abbastanza lungo non si è avuta alcuna riduzione di eventi cardiovascolari, pur in presenza dell’effetto atteso, cioè della riduzione dei livelli di omocisteina grazie alla somministrazione vitaminica. Analogo risultato è stato quello dell’HOPE-2 (Heart Outcome Prevention Evaluation 2), con più di 5000 pazienti seguiti per 5 anni.
Pertanto, alla luce dei risultati di questi due studi, oggi non è raccomandata l’assunzione di vitamine del gruppo B e di folati in presenza di omocisteinemia elevata, né in prevenzione primaria (cioè chi non ha mai avuto nulla al cuore e vuole fare prevenzione per evitare guai) che secondaria (cioè chi ha già avuto eventi cardiovascolari e ne deve prevenire l’insorgenza di ulteriori)