domenica 16 settembre 2012

Novità in tema di fibrillazione atriale ed anticoagulanti

 Chi è abituale lettore di queste pagine sa che i pz affetti da fibrillazione atriale sono costretti ad assumere anticoagulanti orali a vita, al fine di evitare rischi di tipo trombo embolico.
Oltre agli effetti indesiderati di tale classe di farmaci, questo comporta la necessità di dover dosare periodicamente il farmaco mediante un prelievo di sangue, che deve essere effettuato a scadenze regolari, secondo quanto in genere stabilito dai centri trasfusionali.
È pertanto con grande interesse che è stata accolta l’approvazione di un nuovo anticoagulante orale (non recentissima, se ne è già parlato su queste pagine), chiamato dabigatran, nella fibrillazione atriale non valvolare. Lo studio principale sul quale i vari organi di controllo internazionali sui farmaci si sono basati è stato il RELY, ove il confronto è avvenuto col warfarin, al momento considerato farmaco di riferimento.
La novità è di grande interesse per i pazienti è la stabilità dell’effetto del farmaco, pertanto non è più necessario prelevare periodicamente il sangue per dosarne l’effetto, saranno sufficienti due somministrazioni al giorno.
L’efficacia è forse migliore del riferimento, il warfarin, mentre tra gli aspetti negativi, sempre riferendoci allo studio RELY, la dispepsia sarebbe sensibilmente più frequente, superando l’11% contro un 5% circa del warfarin (possiamo riferirci alla dispepsia come ad una generica difficoltà alla digestione).
Qualche preoccupazione ha destato l’assenza di un vero antidoto come invece esiste per il warfarin (cioè la vitamina K), per cui in caso di sovradosaggio e di concreti rischi emorragici, bisognerebbe ricorrere a trasfusioni di plasma, in ambiente ospedaliero; resta poi sottinteso il problema del costo del farmaco, di gran lunga superiore a quello del warfarin