Cosa sappiamo di prevenzione delle
malattie di cuore? Poco, in genere. E quel poco che apprendiamo dall’esperto di
turno, in TV o sui giornali, raramente lo mettiamo in pratica. Per chiarirci
meglio le idee affronteremo l’argomento “esercizio fisico”, tanto in
prevenzione primaria (chi non ha mai avuto eventi cardiovascolari) quanto in
prevenzione secondaria (chi ha già avuto eventi, per esempio un infarto o una
angioplastica coronarica o carotidea).
È noto che, in ambito prevenzione,
l’attività fisica ha un ruolo di primo livello. Meno noto è tutto ciò che essa
provoca nell’organismo e se tali modifiche, in fin dei conti, apportino più
benefici o più danni, ma andiamo con ordine.
Attività fisica regolare
La base della prevenzione è rappresentata
da stop al fumo, alimentazione sana ed attività fisica, che detta così sembra
semplice. In realtà i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dimostrano
che nel mondo i giovani di sport ne fanno meno, che la quantità di attività
fisica diminuisce in chi ha un livello di istruzione basso o ha difficoltà
economiche; anche l’Italia segue questa tendenza, e la sedentarietà aumenta da
nord verso sud.
Uno studio molt0 recente (JACC 2011)
ha chiarito che vi è una correlazione tra l’allenamento (indipendentemente
dall’età) ed eventi cardiovascolari letali; dopo aver seguito un campione di
popolazione per più di 25 anni, si è visto infatti che chi è più allenato ha
meno probabilità di andare incontro ai classici fattori di rischio; si è visto
inoltre che i benefici di un livello di allenamento stabile sono maggiori
proprio in chi parte svantaggiato, cioè con molti fattori di rischio (per
esempio ipertensione, diabete e ipercolesterolemia).
Attività fisica sporadica
Come già trattato nel mio libro, in
condizioni particolari un evento cardiovascolare (un infarto, ad esempio) può
essere provocato da attività fisica sporadica, attività sessuale o forti
emozioni. Fare esercizio sporadicamente può aumentare il rischio di morte
improvvisa come dimostrato da diversi studi (recente metanalisi su JAMA 2011)
Quanta attività fisica fare
L’Organizzazi0ne Mondiale della
Sanità consiglia almeno 30 min per 5 giorni a settimana al fine di avere dei
concreti benefici in termini di prevenzione cardiovascolare, ciò indipendentemente
dalle condizioni cliniche preesistenti; ovviamente non è possibile
generalizzare in merito a che tipo di sport svolgere esattamente, diverse
potrebbero essere le condizioni che rendano meno consigliabile uno sport
anziché un altro, pertanto è raccomandabile consultare il proprio medico o
eventualmente uno specialista in medicina dello sport.
Tuttavia, uno studio recente
pubblicato su Circulation 2011, ha cercato di rispondere più in dettaglio a
tale quesito: ha considerato due campioni di popolazione, uno fino a 150 minuti
di esercizio fisico/settimana e circa 550 Kcal/settimana (avete mai giocato con
un cardiofrequenzimetro mentre vi allenate? Molto istruttivo, vi assicuro) e
l’altro che si allenava in media 300 min/settimana e circa 110 Kcal. Nel primo
gruppo la riduzione del rischio di malattia coronarica era di circa il 14%, nel
secondo di circa il 20%. Il dato che però non ci si aspettava, secondo tali
autori, è che tali benefici (in termini di riduzione del rischio) sarebbero più
marcati nelle donne anziché nei maschi
Dopo tali considerazioni, volessimo
iniziare a fare sport, chi potrebbe dirci qual è il rischio di incorrere in
seri guai cardiovascolari? Esistono dati sulla popolazione generale, senza
storia di cardiopatie, che fa sport? Fino al 2011 le casistiche erano limitate,
in Italia avevamo solo i dati del Veneto, grazie all’iniziativa di studiosi
locali. Nel 2011 però, su Circulation, è uscita la prima casistica sul rischio
di morte improvvisa della popolazione generale sana che fa attività sportiva,
ad opera di autori francesi. Sono stati considerati tutti i casi di arresto
cardiaco durante sport dal 2005 al 2010, di tutti i cittadini compresi tra 10 e
75 anni e si è visto che le cose vanno peggio di quanto si ritenesse, in quanto
i casi riportati siano da 5 a 17 per milione, con 800 nuovi casi all’anno (in
Francia, negli USA circa 4200). Molto interessante (e scoraggiante) notare che
tali casi di arresto cardiaco per il 95% si verificavano in soggetti senza
pregressa storia di cardiopatie! Ancor più scoraggiante è notare che, sebbene
tali drammatici episodi fossero verificatisi quasi sempre in presenza di
testimoni, solo nel 30% dei casi veniva praticata la Rianimazione
Cardiopolmonare, a riprova del fatto che chi assiste ad un arresto cardiaco
dovrebbe iniziare immediatamente tali manovre parallelamente ad avvertire il
118, evitando di perdere minuti preziosi
o peggio, lasciarsi prendere dal panico.
1 commento:
Quindi qual'è il suo punto di vista? Non fare sport aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, in chi pratica lo sport c'è crescente casistica di decessi improvvisi inspiegabili...mi faccia capire dove vuole arrivare
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