domenica 3 marzo 2013

Misurare la pressione a casa: è utile o aumenta lo stress?


La pressione arteriosa, ne abbiamo parlato diverse volte, è la forza che il sangue, spinto dal cuore, esercita sulle pareti delle arterie, e quando è al di sopra dei valori considerati normali, si parla di ipertensione arteriosa. Secondo le più recenti linee guida sull’argomento, i valori a riposo non dovrebbero superare 140/90 mmHg, ma di fatto, se è ancora più bassa, tanto meglio.
La pressione alta (ipertensione arteriosa, per l’appunto), di solito non dà disturbi, quindi perchè curarla? Perchè a lungo andare crea danni e predispone a importanti malattie prima cerebrovascolari, ma anche cardiovascolari, e la letteratura scientifica in proposito è sterminata!
Viene misurata con appositi strumenti, detti sfigmomanometri (quelli che una volta avevano la colonnina di mercurio), mediante un bracciale da applicare al di sopra della piega del gomito. Come si procede per la rilevazione della pressione? Si gonfia il bracciale (in modo da superare la pressione che c’è all’interno dell’arteria brachiale e quindi comprimerla fino a bloccare il passaggio del sangue) e quindi lo si sgonfia piano piano, in modo da poter percepire con il fonendoscopio il battito del sangue che (essendo tornato a passare) batte contro la colonna di sangue che era rimasta a valle: il primo battito percepito è la pressione massima; si continua quindi a sgonfiare ascoltando sempre il battito, fino a non sentire più nulla: quella sarà la pressione minima. Fin qui la tecnica. Ci si chiede però: le misurazioni che posso fare al domicilio saranno altrettanto valide?
Certo che lo sono, e possono essere ottenute in due modi: o sottoponendosi ad un esame detto “monitoraggio della pressione per 24h o MAP” (che misura la pressione giorno e notte, valutando quindi se è presente il normale calo pressorio notturno o meno), oppure acquistando un misuratore elettronico di pressione, scartando quelli da polso e scegliendo invece un modello da applicare al braccio, come quello che si trova nell’ambulatorio medico, con la sola differenza che a misurare non c’è un medico o infermiere, bensì un apparecchio elettronico che gonfia, misura, registra e in certi casi stampa.
Questi dati saranno importanti per il vostro cardiologo, poichè si dovrà decidere se iniziare un trattamento farmacologico o meno basandosi quindi non solo su una singola misurazione ambulatoriale, peraltro quando notoriamente l’emotività può giocare brutti scherzi.
Spesso mi viene chiesto se il proprio apparecchio è valido. Il medico ovviamente non può sapere se le decine e decine di dispositivi sul mercato lo sono, ma può invece consigliarvi dove controllare: intanto il Ministero ci ricorda alcuni brevi consigli su come misurare (niente di nuovo, un breve stralcio delle linee guida della Società Europea dell’Ipertensione Arteriosa) che trovate qui:
http://www.salute.gov.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?id=185&sub=3&lang=it

mentre per sapere se il vostro apparecchio è una buggeratura oppure è validato da qualche società scientifica basta andare qui:

http://www.pressionearteriosa.net/site/page.wplus?ID_COUNT=strumenti&LN=1

oppure qui per chi sa due parole di inglese:
http://www.dableducational.org/sphygmomanometers/recommended_brand.html
Ricordate infine di fare ogni tanto un semplicissimo test per validare personalmente il vostro sfigmomanometro elettronico: portatevelo dietro in farmacia o dal medico, e fate una misurazione in contemporanea: vedrete se esiste uno scarto e di quanto è

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